L'effetto P-Delta è anche conosciuto colloquialmente come il calcolo secondo l'analisi del secondo ordine con l'applicazione dell'imperfezione. Secondo ASCE 7-16 [1], deve essere verificato dopo il calcolo dei carichi sismici equivalenti se è necessario considerare questo effetto P-Delta. Le seguenti formule sono fornite al punto 12.8-16 nella normativa.
Quando il coefficiente di stabilità è inferiore a 0,1, non è necessario considerare gli effetti P-Delta sul taglio di piano e sui momenti, nonché gli spostamenti al piano. Questo coefficiente può essere determinato con la seguente formula:
Θ |
Stabilitätskoeffizient |
Px |
Maximale Bemessungsvertikallast auf und über dem Geschoss x |
Δ |
Bemessungsverformung des Geschosses, definiert in Kapitel 12.8.6 |
le |
Bedeutungsbeiwert nach 11.5.1 |
Vx |
Horizontalschub zwischen den Geschossen x und x - 1 |
hsx |
Geschosshöhe unter dem betrachteten Geschoss x |
Cd |
Verformungsverstärkungsfaktor nach Tabelle 12.2-1 |
Il coefficiente di stabilità non deve superare 0,25 per eseguire un'analisi del secondo ordine. Se il coefficiente è maggiore del valore massimo, si consiglia di rivedere la struttura, perché non ha stabilità secondo l'analisi del secondo ordine. Il valore massimo si calcola come segue:
Θmax |
Valore massimo del coefficiente di stabilità |
Cd |
Coefficiente di amplificazione dell'inflessione sec. alla Tabella 12.2-1 |
dove β è il rapporto tra la capacità tagliante dei singoli livelli x e x-1. È possibile impostare un valore conservativo a 1,0.
Se il coefficiente di stabilità è compreso tra 0,1 e 0,25, il calcolo può essere eseguito secondo l'analisi P-Delta. È anche possibile calcolare le forze interne determinate e la deformazione secondo l'analisi statica lineare, quindi aumentarla con un coefficiente. Si utilizza la seguente formula:
L'effetto P-Delta secondo ASCE 7-10 del 2016 non deve essere utilizzato in modo coerente, come mostrato con le formule. Pertanto, è opportuno verificare le formule secondo 12.8.6 per evitare il lavoro extra.